Double Exposure
Prada svela in contemporanea le sue campagne uomo e donna per la Primavera/Estate 2019, ispirate al mondo del cinema. Come locandine di film, le campagne diventano fermo-immagini dell’azione cinematografica.
I primi due corti illustrano la sintesi modernista della collezione uomo Primavera/Estate 2019, ricontestualizzata dal lessico cinematografico. Diretti da Willy Vanderperre e con Benoît Debie come direttore della fotografia, sono film enigmatici, ricchi di fascino, quasi intriganti frammenti di opere più ampie. La colonna sonora è curata da Frédéric Sanchez, con un deliberato rimando a classici hollywoodiani.
Stilisticamente, i film prendono spunto dal ricordo di momenti storici del grande schermo; invece di abbandonarsi alla cinefilia, limitandosi a riprendere film del passato, i due episodi ne offrono però reinterpretazioni significative nella breve durata, presentando interessanti studi di carattere.
Ciascuno rappresenta un’analisi della dualità di Prada: due film che offrono una seconda interpretazione estetica della collezione, mettendo in scena protagonisti dalle molteplici sfaccettature che esplorano diversi lati di loro stessi.
In questi corti, in cui i modelli Daan Duez, Jonas Gloer e Tae Min indossano abiti della collezione Uomo Primavera/Estate 2019, possono coesistere realtà e finzione. Sono nel contempo documentari e narrazioni, in quanto attirano inesorabilmente lo spettatore, ma anziché proporre una pura alternativa alla nostra realtà ne mostrano una versione amplificata.
I cortometraggi, disponibili online sui social media di Prada e su prada.com, sono parte dell’approccio visivo omnicanale di Prada 365, un flusso continuo di immagini in costante evoluzione, in grado di adattarsi e di evolvere in armonia con gli umori e le esigenze del tempo e del mezzo.
Willy Vanderperre
Actors
Jonas Glöer, Daan Duez, Tae Min Park
Double Exposure
Maschile, femminile; reale, immaginario; statico, in movimento. La dualità insita in Prada e rappresentata nella sfilata Donna Primavera/Estate 2019 si esprime nella nuova evoluzione di Prada 365, realtà trasformata in una proiezione cinematografica per le nuove campagne dedicate alle collezioni donna e uomo.
Fotografate da Willy Vanderperre, le immagini sono tratte da una serie di corti creati da Prada, diretti dallo stesso Vanderperre e concepiti come lungometraggi. L’acclamato Benoit Debie è Direttore della Fotografia; il sound artist Frédéric Sanchez ha composto colonne sonore specifiche per ciascun episodio. Cinque film presentano la collezione Prada Donna Primavera/Estate 2019; due celebrano la collezione Uomo. Come per i film hollywoodiani, questi manifesti fungono da anteprima dei corti in uscita su prada.com nei mesi di gennaio e febbraio 2019.
L’approccio adottato in questa campagna rappresenta l’identità di Prada come autore, il cui stile e le cui tematiche evidenziano gli elementi visivi. Un grande film può essere considerato una prospettiva sul mondo – una finestra su un universo immaginato a sé stante. Qui, Prada dirige diverse realtà, identificando cinque modelle – Freja Beha Erichsen, Gigi Hadid, Maike Inga, Liu Wen e Anok Yai – nei rispettivi personaggi nominati come gli accessori che indossano: Sybille, Sidonie, Margit, Odette e Belle. Questi nomi derivano da una ricca tradizione di icone cinematografiche femminili, completando così una sorta di percorso di Möbius dall’ispirazione all’ispirato e viceversa.
A loro volta, i modelli – Daan Duez, Jonas Glöer e Tae Min Park – sono presentati come matinée idols, controparte maschile delle star femminili. Diventano i protagonisti dei film, sdoppiati in moderni idoli del grande schermo cinematografico.
La campagna pubblicitaria è una serie di poster enigmatici e intriganti, che traggono il proprio linguaggio visivo dai film, trasformandoli in fermo immagine. I manifesti colgono un particolare momento nel tempo – seppure per loro natura fugaci ed effimeri, ma poi apprezzati e studiati come emblematici del momento culturale in cui sono stati ideati. Qui, essi travalicano il loro tempo, citazioni visive rese contemporanee, convenzioni cinematografiche utilizzate come strutture letterali per incuriosire e sedurre gli spettatori.
Attingendo all’iconografia del cinema inconfondibile e immediatamente riconoscibile, le immagini suggeriscono la propria appartenenza a un insieme più grande. Ognuna è presentata come un frammento della narrazione originale dei film – personaggi che si allontanano, apparentemente colti in movimento, senza commenti né spiegazioni, sguardi che vanno fuori inquadratura, in un’ambigua conversazione estetica. Immortalati in atteggiamenti e gesti tratti dal cinema classico, le loro pose sono in parte memoria comune, in parte spontanee. Sono riflessioni e rifrazioni, vecchie e nuove al tempo stesso.
La dualità implicita è resa esplicita da una sovrapposizione grafica di immagini – un altro duo, ritratti in bianco e nero a fare da sfondo all’azione a colori posta in primo piano, una doppia visione di ciascun personaggio, immagini che accennano al movimento. Rimandano immediatamente alla doppia personalità dell’attore rispetto al ruolo che interpreta, della star rispetto al personaggio cinematografico. Ed esprimono anche le diverse persone che sono in noi, nel cinema verità della vita quotidiana.